I quaderni di Archestrato Calcentero

Divagazioni archeogastronomiche siciliane del ricercatore modicano Marco Blanco

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Il titolo Archestrato Calcentero è un gioco di parole, confessa lo studioso ed autore del libro, Marco Blanco, un vezzo di chi non ama prendersi sul serio.

Marco Blanco

Marco Blanco

Archestrato, siciliano, scrisse nel IV a. C. quella che può essere considerata, con un po’ di fantasia, come la prima guida gastronomica che la storia ci abbia tramandato. È un personaggio che mi ha sempre affascinato, un uomo che utilizzava il verso del poema epico per raccontare il cibo!

Calcentero invece è uno scherzo… Poiché in greco calcentero, Χαλκέντερος significa più o meno “stomaco di bronzo”, ho pensato che potesse essere il soprannome più adatto per me che non mi fermo dinanzi ad alcuna pietanza.

 

Marco Blanco  ci spiega il contenuto del libro.

Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei!

Mai massima fu più azzeccata in riferimento a questo libro, che si trasforma in un atlante di archeogastronomia siciliana utile per i lettori di tutti i palati.

Il libro  si articola tra divertenti aneddoti e ricette prestigiose, curiosità per i palati più fini il tutto amalgamato, con ironia, dove è la Sicilia a farla da padrona, con la sua prepotente tradizione culinaria che si impone oggi in ogni angolo del mondo.

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Esaltati, dunque, in questa grande “antropologia del gusto”, i prodotti di punta siciliani di un tempo, come il pomodoro, presente in buona parte delle ricette odierne, che regnava sulla tavola dei nobili

siciliani già intorno alla metà del Settecento, come emerge nel capitolo il “Pomodoro della discordia”  e che adesso vede nel pomodorino di Pachino un grande prodotto Igp.

Interessantissimo, a questo proposito, è ancora l’approfondimento sulla nascita di buona parte dei dolci tipici siciliani, per lo più creati entro i muri claustrali, con tutti i segreti che ognuno di loro porta dietro da secoli.

Cioccolato di Modica

Cioccolato di Modica

Il caso del cioccolato di Modica è forse il caso più eclatante: la sua particolare consistenza granulosa determinata dalla lavorazione a freddo  per cui oggi è noto come prodotto tipico della città , era infatti una caratteristica comune a ogni cioccolato esistente al mondo almeno fino alla metà dell’Ottocento  mentre  oggi ritrova la sua massima espressione nell’Antica Dolceria Bonajuto, grazie alla grande intuizione di Franco e Pierpaolo Ruta.

 

Insomma buona lettura e buon appetito!

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